LE ORIGINI DELLA FESTA DEL PATRONO

Il Santissimo Crocifisso ha sempre vegliato sulla cittadina di Calatafimi, ma nei giorni 23, 24, 25 giugno 1657, ha voluto consolidare la sua mirabile protezione con eventi prodigiosi, tramandati dalla tradizione popolare e confermati da documenti e relazioni giurate dalla Curia.

Il 21 giugno del 1657, nella chiesa intitolata a Santa Caterina Vergine e Martire Alessandrina, fondata e retta, all’epoca dai Cappuccini, uno dei fratelli della confraternita di Santa Caterina, Giuseppe Fontana, si recò in chiesa e, come di consueto, pulì il Crocifisso della confraternita, lo affisso al muro e vi accese una lampada.

Ritornando nei giorni seguenti ritrovò il Crocifisso, nuovamente, caduto sul pavimento. Lo prese e lo mise al suo posto. Il 23 giugno tornò nella chiesetta e il Crocifisso era a terra, ancora una volta. Lo prese e lo mise nelle mani di un altro fratello, Francesco Saltaformaggio, che era con lui. Avuto il Crocifisso tra le mani, il Saltaformaggio iniziò a tremare e si sentì guarito dai forti dolori provocatigli dalle ernie. Non appena ebbe ricevuto la grazia, prese il ramoscello di zagara che sosteneva il braccio del Crocifisso e lo portò a sua moglie che, presolo in mano, fu liberata dai demoni che aveva in corpo.

La notizia corse veloce, in lungo e largo, per tutto il paese e il popolo, con devozione, si recò ai piedi del Crocifisso miracoloso. Fra loro c’era Vito Calamusa, un bambino di dieci anni, che era ‘ciuncu‘ (storpio), e fu guarito all’istante, cominciando a camminare autonomamente. I miracoli si protrassero nei giorni seguenti, caratterizzati dall’accorrere del popolo devoto in lacrime miste a gioia e commozione per un evento così prodigioso.

Ben presto, il popolo, per rispondere a quest’atto di predilezione eresse un altare e poi una cappella. Visto l’enorme numero di fedeli, gli spazi della chiesa non furono più sufficienti a contenere grandi masse, così il 15 agosto 1741 s’iniziarono i lavori per ingrandire la chiesa, dove era custodito il Crocifisso. La nuova chiesa, che inglobava la prima, eseguita su progetto dell’Architetto Abate don Giovanni Biagio Amico, fu benedetta il 2 maggio 1759.

CHIESA SANTISSIMO CROCIFISSO

Il 19 dicembre 1657, i Giurati (Autorità Comunale), per la grandissima devozione che tiene il popolo all’immagine del SS. Crocifisso miracoloso chiedono al Vescovo il permesso, subito accordato, di condurre in processione, per le vie solite, il SS. Crocifisso e deporlo nella nuova cappella già costruita.Comincia così la sontuosa, solenne, singolare Festa che si ripete ininterrottamente da tre secoli.

I Calatafimesi hanno organizzato una manifestazione molto singolare, ove fede e folklore si fondono in una perfetta simbiosi di ringraziamento al Creatore. L’intero popolo, suddiviso in ‘Ceti‘, partecipa, fin dal 1657, alle manifestazioni in onore del SS. Crocifisso. Questa suddivisione, naturale aggregazione per mestieri, è nata con il tempo e con  la festa;

I Ceti vivono per essi o per altre manifestazioni religiose, alle quali partecipano nel corso dell’anno. È bene sottolineare che non è una divisione in ceti sociali ma, al contrario, un momento di ritrovo tra i cittadini che, nel quotidiano, si ritrovano come singoli o piccoli gruppi a svolgere lo stesso mestiere.

Nel corso degli anni alcuni ceti sono scomparsi, perché i mestieri che rappresentavano sono ormai inesistenti.
Allo stesso tempo se ne trovano di nuovi, come il ceto dei Commercianti, sorto in occasione della festa del 1997.
I Ceti oggi presenti sono: MaestranzaBorgesi di San GiuseppeOrtolaniMugnaiPecorai e CapraiMacellaiBorgesiCavallariMassariCommerciantiClero e Sciabica.